Sia quella di Monte Taborre, concessa per ragioni difensive da Filippo III (“Concedimus… Turrim… Construere”) e poi demolita e ricostruita, che quella integrata con la Chiesa del Ss.mo Rosario del 1820 e finalizzata a scandire il tempo per operai e minatori, che l’ultima del Cristo Re, più vocata a funzioni religiose, disegnano una skyline di San Cataldo che differisce molto da altre città e paesi dei dintorni.