Sia quella di Monte Taborre, concessa per ragioni difensive da Filippo III (“Concedimus… Turrim… Construere”) e poi demolita e ricostruita, che quella integrata con la Chiesa del Ss.mo Rosario del 1820 e finalizzata a scandire il tempo per operai e minatori, che l’ultima del Cristo Re, più vocata a funzioni religiose, disegnano una skyline di San Cataldo che differisce molto da altre città e paesi dei dintorni.
La chiesa madre, in passato Natività di Maria, fu edificata dal barone Vincenzo Galletti di Fiumesalato e marchese di San Cataldo nel 1632. Nel 1695, a causa di un crollo del transetto destro con la cappella di San Cataldo e il Crocifisso, la chiesa venne ricostruita di sana pianta per volontà del principe Giuseppe Galletti, il quale invitò il fratello Pietro, vescovo di Catania (9 maggio 1739). In quella occasione la chiesa madre fu re-intitolata all’Immacolata Concezione. Nel 1788 un terribile incendio causò ingenti danni nella sacrestia in nell’archivio. La chiesa rimase chiusa dall’aprile del 1965 al dicembre del 1979. Si presenta a croce latina a tre navate, divisa da arcate, con volta a botte e cupola centrale. Anticamente era dotata di 14 altari.
La chiesa di San Francesco d’Assisi, già chiesa dei Cappuccini, fu realizzata anch’essa per volontà del principe Giuseppe Galletti e annessa all’ex convento dei cappuccini, a partire dal 1724. I cappuccini rimasero a San Cataldo fino alla soppressione degli ordini religiosi avvenuta nel 1866. Dopo l’alienazione il convento fu trasformato in ospizio per anziani. Ospita quattro altari laterali in legno intagliato: il primo a destra custodisce la statua della Madonna Assunta del 1957 che viene condotta in processione il 15 agosto.
Piazza San Francesco d’Assisi, 4 – San Cataldo (CL)
Tel: 0934 587018
Posto lungo la Strada Statale 122 verso Serradifalco, era già conosciuto già dal XIX secolo, ma solo dal 1905 fu sottoposto a campagne di scavi, che fino agli anni Sessanta del Novecento hanno permesso il rinvenimento di importanti tracce di attività umana, a partire dai Sicani dell’Età del bronzo (tombe a forno) fino ai primi secoli della cristianità. Ruderi di muri, abitazioni, tracciati viari, tombe e siti di culto raccontano un rigoglioso passato. Un numero sostenuto di manufatti, alcuni perfettamente conservati, sono oggi in diversi musei della Sicilia.
Il percorso, è raggiungibile da S. Cataldo (Sicilia-CL), tramite la SS n° 122. Esattamente al Km 4 si imbocca una strada interpoderale in terra battuta che conduce al sito dopo alcune centinaia di metri.
Si parte da Caltanissetta, visitando il Museo mineralogico e paleontologico della Zolfara. Finita la visita si raggiunge San Cataldo, che si supera per andare in zona Gabbara, l’area protetta che cela al suo interno diverse testimonianze della produzione solfifera. Questa si raggiunge dal Calvario di San Cataldo, attraverso la Contrada Giganna e Strada Provinciale 149 fino al cancello dell’area protetta. Da qui, finita l’escursione, si torna a San Cataldo e si procede per Apaforte, seguendo la Strada Statale 122 verso Serradifalco (il sito è poco a nord del paese).
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Sono centinaia le persone che ogni anno vengono coinvolte nelle manifestazioni della Settimana Santasancataldese che ripropone i temi cari alla tradizione popolare e religiosa della Passione, morte e Resurrezione di Cristo. Mercoledì Santo: CORTEO STORICO – Il mercoledì offre momenti di grande spettacolarizzazione. Centinaia di comparse in splendidi costumi, danno vita a un lungo e maestoso […]